Insalata in busta, cos’è questa storia dello stop agli imballaggi
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La possibilità di un bando degli imballaggi monouso, come le buste di plastica per l’insalata e, più in generale, per gli altri tipi di frutta e di verdura, ha creato allarmismo nel corso della giornata inaugurale della fiera dell’agroalimentare Tuttofood di Milano del 7 maggio, a cui ha partecipato anche Coldiretti con lo stand Il cibo italiano sotto attacco. La Confederazione si è dichiarata contraria alla proposta della Commissione europea che riguarda un possibile stop degli imballaggi monouso in plastica destinati ai prodotti orto-frutticoli con un peso inferiore a 1,5 chilogrammi.

A questa categoria apparterrebbero l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete. Non si tratta, in verità, di una misura che interessa solo il settore agroalimentare italiano, ma quello di tutti gli stati membri dell’Unione europea. La proposta prenderebbe la forma del regolamento una volta approvata ed è concepita per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, come le buste monouso in plastica, e per promuovere l’economia circolare. Secondo Coldiretti, potrebbe anche comportare una serie di criticità dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione, degli sprechi, e un aumento dei costi per consumatori e produttori.

L’ipotesi prevede che tutti gli imballaggi siano obbligatoriamente riciclabili dal 1 gennaio 2030, che devono essere raccolti separatamente, e dal gennaio 2035 riciclabili su larga scala. Come si legge nella proposta, “alcuni formati di imballaggi, che sono contenuti nella appendice V, saranno vietati (per esempio, gli imballaggi monouso di plastica utilizzati nella vendita al dettaglio per mettere insieme i prodotti venduti in lattine, quelli monouso in plastica utilizzati per meno di 1,5 chilogrammi di frutta fresca e verdura o quelli monouso negli hotel e nel catering che contengono porzioni individuali, usati per condimenti, salse, coffee creamer o zucchero).

La risposta di Coldiretti

Coldiretti si è dichiarata fortemente contraria a questa modifica del regolamento: secondo la confederazione, considerando che l’acquisto di prodotti orto-frutticoli in questo tipo di imballaggi si è ormai diffuso tra i consumatori italiani, questa misura potrebbe comportare una diminuzione del consumo di questi beni alimentari, già sceso dell’8% per la frutta e del 10% della verdura nel 2022.

Come si legge sul sito di Coldiretti, a consumare frutta e verdura almeno 4 volte al giorno sarebbero solo il 16,8% degli italiani, una percentuale in calo se si considera che negli anni 2015-2018 era al 20%. Tra le decisioni contenute nella proposta contro cui si scaglia Coldiretti c’è anche quella che riguarda le bottiglie di vino magnum, che verrebbero eliminate in favore di una standardizzazione dei formati. Inoltre, è previsto che entro il 1 gennaio 2030 il 10% delle bevande alcoliche dovrà essere contenuto negli imballaggi destinati al riuso, mentre dal 2040 la percentuale sale al 25%. Per i vini, si parla del 5% entro il 2030 e del 15% entro il 2040.

Il nuovo regolamento, continua Coldiretti, potrebbe nuocere anche alle esportazioni di questi prodotti, che sono quelli che vengono maggiormente venduti all’estero. Ammontano a 8 milioni di euro le esportazioni di vino, 5,7 miliardi quelle del settore orto-frutticolo, secondo quanto riportano i dati Istat secondo l’analisi di Coldiretti.



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di Chiara Zennaro www.wired.it 2023-05-09 14:57:10 ,

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